Se l’innovazione serve a migliorare e facilitare la vita delle persone, allora possiamo dire che la particolare contingenza del 2020/21 sia stata e sia ancora un discreto banco di prova.
In questo anno di critico, infatti, la tecnologia ha rivestito un ruolo da protagonista, permettendo alle aziende e alle persone (sia quelle più predisposte all’innovazione, sia a quelle un po’ più restie) di far fronte a scenari imprevisti e mai visti prima dalle nostre generazioni.
Tuttavia, superata la prima fase “emergenziale”, in cui l’innesto di tecnologia digitale ed innovazione sono state percepite più come una necessità che una reale opportunità di crescita, questo new normal, a cui ci affacciamo, dovrà costituire il momento nel quale uscire da questo mindset (di emergenza, appunto) e iniziare a pianificare un vero e proprio percorso di digitalizzazione ed innovazione a trecentosessanta gradi.
Un New Normal ibrido nel lavoro…
In quest’ultimo anno, gli strumenti digitali ci hanno consentito più che mai di ricomporre il puzzle delle nostre vite e del nostro lavoro.
Di certo, il lavoro è cambiato ed il nuovo equilibrio è ibrido, così come lo è ormai l’approccio al mercato.
La combinazione non può che essere quella dinamica che sta tra fisico e digitale, tra reale e virtuale.
Lo smart working è qui per restare, anche se non è sempre smart. Quindi cambia il nostro rapporto con l’oggetto del lavoro, mutano abitudini e modalità.
Non è facile trovare un nuovo equilibrio, ma, dal punto di vista dell’organizzazione, sembra che la produttività generale abbia retto.
E dal punto di vista personale?
Sono molte le domande che si legano al nuovo modo ibrido di lavorare:
- I contenuti del lavoro si stanno impoverendo?
- La capacità creativa singola e di gruppo si sta affievolendo, a causa della rarefazione dei contatti personali?
- Gli imprenditori sapranno individuare nuovi modelli che consentano di motivare, coinvolgere e far crescere i talenti?
Di certo, il 2022 si annuncia come un anno interessante sotto tutti questi punto di vista.
…e sui mercati
E come cambia al proprio interno l’organizzazione aziendale, così cambia la relazione dell’organizzazione aziendale con il mercato.
Accanto ai nuovi modelli organizzativi (flessibili) e nuove modalità di lavoro (agile e phygital), nel “new normal” delle aziende dovranno confluire nuovi valori di sostenibilità e responsabilità sociale.
In altri termini: se la pandemia ha accelerato l’adozione e l’implementazione di molte tecnologie che avrebbero impiegato anni, se non decenni, per diventare mainstream, di fatto, ormai, in questa fase due, la tecnologia è il propulsore per il cambiamento dei mercati in direzione di una innovazione conciliabile con la sostenibilità ambientale, economica e sociale, dai quali il new normal non dovrebbe prescindere.
L’innovazione sarà la guida dei prossimi anni
È ormai celebre la frase del CEO di Microsoft, Satya Nadella: “Abbiamo assistito a due anni di trasformazione digitale in due mesi”.
Di fatto, le aziende hanno realizzato in pochi mesi ciò che non avevano fatto in molti anni, ed ormai e-commerce ed AI caratterizzano i mercati.
Allo stesso modo, lo abbiamo detto, sono cambiati i consumatori, diventati rapidamente padroni dei device e delle tecnologie.
Una dinamica tra domanda e offerta che impone strategie omnicanale per garantire esperienze di acquisto avanzate e omogenee. Chi pensa di poterne fare a meno sarà rapidamente fuori dai giochi.
La pandemia prima o poi, si spera presto, ci lascerà del tutto; le strutture e le abitudini acquisite invece resteranno.
Persone, organizzazioni, mercati, strategie: l’innovazione è ormai continua e in rapidissima evoluzione.
Ogni tappa raggiunta sarà velocemente superata per puntare alla successiva, ogni snodo di apparente nuova normalità sarà disintegrato dalle nuove esperienze.
Ribadiamo: il futuro si annuncia davvero interessante, e la parola chiave, dal nostro punto di vista sarà INNOVAZIONE.